🇮🇹Siamo noi il nostro miracolo? Chissà . Forse a volte lo siamo davvero, siamo il miracolo che aspettavamo, quella scoperta, quella disposizione, quella condizione che viene dall’interno e non dall’esterno e che può cambiare le carte in tavola.
Jeanette Winterson è, senza ombra di dubbio, una delle mie scrittrici preferite. Da “Non ci sono solo le arance”, letto in adolescenza, non riesco a fare a meno di lei.
Profonda e sarcastica al contempo Jeanette Winterson, mi fa piangere come una bambina e ridere di gusto dopo due minuti – se non dopo qualche riga. Le persone al mio fianco non capiscono se stia leggendo un romanzo di guerra di quelli strazianti e strappalacrime o un libro sulle imprese impossibili di Chuck Norris. (Se non conoscete Chuck Norris vuol dire che non avete mai visto Walker Texas Ranger e che, probabilmente, siete davvero giovani. Non vi siete persi niente. O forse no, vi siete persi tutto!)
Questa breve citazione viene da un suo libro del 2011, “Why Be Happy When You Can Be Normal?”, una collezione di ricordi e riflessioni che partono dal vissuto personale dell’autrice e che consiglio di leggere solo dopo aver letto altro per evitare spoiler. Ce ne sarebbero state tante altre, ma questo è il sassolino che voglio lanciare oggi nel vostro immenso – miracoloso – mare.
🇬🇧《We always think the thing we need to transform everything– the miracle– is elsewhere, but often it is right next to us. Sometimes it is us, ourselves.》~ Jeanette Winterson, Why Be Happy When You Can Be Normal? (2011)
Are we the miracle we are waiting for? Are we our own turning point? Sometimes we look too far, but the answer lies within ourselves. That’s what Jeanette Winterson (one of my favorite authors!) maintains and that’s the #WeeklyPill I share with you.