E il navigar m’è dolce in questo mare digitale!
Il Matri-Archivio del Mediterraneo (M.A.M.) è un luogo virtuale in cui è meraviglioso essere ospitati e nel quale sono felice ed onorata di avere trovato un posto anche io con il mio modesto progetto d’illustrazione, SchizZofrenia.
Nato all’interno del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, il M.A.M. è un archivio digitale <<dedicato alla conservazione e alla comunicazione delle estetiche e dei linguaggi della performance – arti visuali, arti plastiche, fotografia, graphics, danza, musica, Land Art, Bio-arte – creati dalle artiste emergenti nell’area del Mediterraneo>>.
Tutto sarà cambiato quando la donna donerà la donna all’altra donna. In lei latente, sempre pronta, c’è sorgente; e luogo per l’altra. Anche la madre è una metafora: è necessario, è sufficiente che alla donna sia dato da un’altra il meglio di se stessa perché la donna possa amarsi e restituire in amore il corpo che le è ‘nato‘. Tu, se lo vuoi, toccami, accarezzami, donami, tu, la vivente senza-nome, dammi me stessa come me stessa.
Hélène Cixous, [1975] Il riso di Medusa, 1997.
Cos’è il M.A.M.?
Il sito Matri-archivio del Mediterraneo. Grafie e Materie è il risultato della ricerca dal titolo originario L’archivio della performance femminile in area Mediterranea. Prove Digitali condotta nell’a.a. 2013-2014 dalla Research Unit costituita dalla Dott.ssa Beatrice Ferrara, Dott.ssa Celeste Ianniciello, Dott.ssa Annalisa Piccirillo, coordinate dalla Prof.ssa Silvana Carotenuto, afferenti al Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Regolamentato secondo le procedure di mobilità nell’ambito del programma “Reti di Eccellenza”, il progetto ha goduto della fonte di finanziamento P.O.R. Campania FSE 2007-2013, Asse IV, Capitale Umano. La piattaforma è stata realizzata e progettata in collaborazione con la società di pianificazione e sviluppo software Intuizioni Creative (referente Dott. Alessandro Ventura). Nella fase conclusiva del progetto, si sono unite le ricercatrici Manuela Esposito e Roberta Colavecchio.
La ricerca ha seguito 1) un periodo d’indagine teorica-filosofica sulla questione dell’archivio secondo una prospettiva contemporaneista, culturalista e postcoloniale (M. Foucault: 1969; E. Said: 1978; J. Derrida: 1995; A. Mbembe: 2002; A. Appadurai: 2003). La prospettiva si è quindi articolata e sviluppata secondo una connotazione di genere: il Matri-archivio (F. Mernissi: 2004; N. El Saadawi, 2008; L. Curti: 2008; A. Bellagamba: 2011; AA D. Finocchi: 2013) – e con una specificazione geografica: il Mediterraneo (E. Jabés: 1996; P. Matvejevic: 2006; M. Bennis: 2009; I. Chambers: 2009-2014). Questa fase della ricerca ha in seguito prodotto 2) la formulazione tecnica-operativa di un archivio digitale (al momento un modello sperimentale, con destinazione in App nativa) dedicato alla conservazione e alla comunicazione delle estetiche e dei linguaggi della performance – arti visuali, arti plastiche, fotografia, graphics, danza, musica, Land Art, Bio-arte – creati dalle artiste emergenti nell’area del Mediterraneo.
La piattaforma digitale è stata presentata, nelle diverse fasi di ricerca, in Italia, al Convegno “Archivi del futuro: l’Italia, il postcoloniale e il tempo a venire (Università di Padova, 18-21/2/2015) e al Convegno “Lavorare l’Archivio” (Accademia delle Belle Arti, Napoli, 24/04, 2015), e nei contesti internazionali di Marocco, Convegno “Memory and Theatre: Performing the Archive” (IFTR, Tangier, 1-5/05/2015) e Croazia, “The 9th Posto-Graduate Course “Feminisms in a transnational perspective” (IUC, Dubrovnik, 24-28/05/2015).