Ho scoperto Maya Angelou attraverso un doodle – la scritta animata con cui si apre Google – dedicato a lei nel 2018. Maya era una poetessa e attivista afroamericana (e tante altre cose che, quando ho letto la sua biografia, mi sono detta «Se riesco a fare almeno un decimo di quel che ha fatto lei posso dirmi davvero felice ») e se non avesse lasciato questo mondo tre anni fa, avrebbe spento la bellezza di novantuno candeline quest’anno.
Cercando online, ho trovato un video reperibile in rete in cui Maya ci invita ad essere «un arcobaleno nella nuvola di qualcun altro ».
Speriamo sempre che piova qualcuno a farci star bene e offrirci la propria gentilezza, ma magari dovremmo disporci per essere noi quel qualcuno nella vita di qualcun altro. Maya, però, non ci invita ad essere arcobaleni solo nella vita di chi ci è più vicino, ma anche nella vita di chi ci è straniero e le parole che vi riporto sono davvero un prisma luminoso in questa era di sconfortante xenofobia in cui temiamo tutto ciò che è ALTRO.
«Preparati di modo che tu possa essere un arcaboleno nella nuvola di qualcun altro, qualcuno che magari potrebbe non piacerti, potrebbe non chiamare Dio come lo chiami tu — o non chiamarlo affatto —sai. E potrebbe non mangiare gli stessi piatti che preparati tu a modo tuo, non ballare i tuoi balli, o non parlare la tua lingua. Ma sii una benedizione per qualcuno; questo è quel che penso.»
Maya Angelou
SHINE BRIGHT LIKE A…RAINBOW!