Scusate l’assenza! SchizZofrenia is back. 📖⬇️
Tre anni fa, una bambina dal nulla mi chiese: «Hai un talento?». La domanda mi spiazzò. Non ricordo cosa mi inventai, ma fu solo un preambolo per chiederle «E tu?». La bimba mi rispose che sapeva fare mille cose, alcune meglio, altre peggio, ma si divertiva a farle. Fischiettare era la sua specialità .
Quando si cresce, spesso ci si spaventa di frontealle proprie potenzialità e ci sembra mancanza di umiltà dire «Sì, ho un talento. Una cosa che sembra riuscirmi». Scoprire, coltivare e condividere i propri talenti, qualsiasi essi siano, ci fa star bene con noi stess* e con gli altri, ci da’ energia, ci fa sentire più forti.
E’ quello che ci insegnano questa bambina e Fatima Mernissi, protagonista della pillola di oggi. In “La terrazza proibita” (Dreams of Trespass, 1994) la scrittrice e attivista marocchina Fatema Mernissi ricorda la propria infanzia e le parole di luce di una zia, Habiba, grande cantastorie che riporto a seguire.
“Ci sono meraviglie che nascondiamo dentro. Solo che ci sono persone che sono in grado di condividerle e altre che non lo sono. Quelli che non esplorano e condividono i loro preziosi doni con gli altri passano la vita sentendosi miserabili, tristi, impacciati con gli altri, spesso frustrati. Devi sviluppare un talento”, disse la zia Habiba, “così che tu possa dare qualcosa agli altri, condividerla e splendere. Il talento lo si accresce lavorando duro e diventando bravi in qualcosa. Potrebbe essere qualsiasi cosa – cantare, ballare, cucinare, ricamare, ascoltare, osservare, sorridere, attendere, accettare, sognare, ribellarsi, saltare. Tutto quel che sai far bene può cambiare la tua vita”, disse la zia Habiba.
》Fatema Mernissi, La terrazza proibita.
(Questa è una mia libera traduzione dalla versione inglese)